Villa Badia Piccola

  1. La storia

La pianta ad U del complesso, con la residenza padronale al centro, quella dei coloni e le stalle sui lati, sembra ipotizzare un’origine patrizia, dovuta forse alle famiglie dei Cucchi Colleoni e dei Bellegrandi, proprietari di queste aree nell’ottocento.

La costruzione dell’immobile, probabilmente è avvenuta tra la fine del XVIII sec. e l’inizio del XIX sec.; sappiamo inoltre che lo stesso fu acquistato da un nobile austriaco.

Siamo nel 1989, quando l’attuale proprietario Roberto Tanghetti incontra il Maestro Ettore Donini pittore e restauratore. Da quel momento nasce un importante sodalizio che li vedrà uno di fianco all’altro per oltre dieci anni, impegnati nel ridare lo splendore di un tempo a Villa Badia Piccola.

  1. L'ambiente

Architettonicamente, la villa è senz’altro una costruzione di grande fascino che si sviluppa secondo una planimetria a ferro di cavallo, in cui un corpo centrale a due livelli è abbracciato da due avancorpi laterali a livello unico, che si estendono eleganti verso la bella cancellata d’ingresso che separa l’abitato dal terreno destinato al vigneto; al centro, la villa si apre al mondo esterno attraverso un ampio porticato a cinque luci inframmezzate da colonne tuscaniche, sovrastato da un secondo livello con cinque finestre, di cui ancora si conservano intatti i suggestivi vetri ottocenteschi.

Non meno significativo della dimensione architettonica è infine il pregevolissimo inserimento nell’ambiente circostante, del resto già individuato come determinante nel “vincolo” con il quale la Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Brescia-Cremona-Mantova, il 19 marzo 1993, dichiarava il “Complesso Badia Piccola con giardino e annessi di interesse particolarmente importante ai sensi della citata legge 1 giugno 1939 n 1089”, sottoponendolo dunque alle disposizioni di tutela previste dalla storica legge Bottai.