Medusa

  1. L'origine.

“Qui bene latet bene vivit”, potrebbe essere impresso all’ingresso di Badia Piccola. L’aforisma di Ovidio calza infatti a pennello ad un luogo appartato e privilegiato, inglobato nella città eppure talmente riservato da celare segreti inaspettati.

Un progetto ambizioso fortemente voluto da Maurizia Pasini e Roberto Tanghetti questo del vigneto che dà origine al Medusa, il vino rosso da uve merlot che ora prende il nome da una delle 19 opere realizzate da Roberto esposte all’interno della tenuta, Medusa appunto.

  1. Un po' di storia.

Nasce da uve raccolte nei tre ettari di vigna racchiusa dagli antichi muri perimetrali costruiti in pietra a secco, paragonabile al clos dei francesi, distribuita tra il giardino che circonda la villa e le balze che la cingono alle spalle salendo verso la cima del colle di Sant’Anna.

Una storia che l’attuale proprietà ha voluto rivitalizzare rinnovando il vigneto laddove era necessario, mantenendo tuttavia nei ceppi che hanno oltre 70 anni la memoria ampelografica di un sito che da secoli ospita vigna e cantina.

  1. La piccola cantina del '600.

Se le prime testimonianze certificate sono infatti impresse sulle mappe catastali napoleoniche dei primi anni dell’Ottocento, la storia enologica di Badia Piccola risale ad epoche ancora più antiche, tra il XV° ed il XVI° secolo, quando il luogo era insediamento religioso, prima ad opera dei monaci Vallombrosiani e successivamente dai Cappuccini Bresciani.

Ne è testimonianza la piccola cantina sotterranea, completa di pozzo, conservata in un’ala della villa costruita presumibilmente nel ‘600, dove ora conserviamo un’edizione limitata delle bottiglie prodotte con i raccolti dal 2021 in poi, per l’affinamento a temperatura controllata.

  1. La vigna-giardino.

Una storia lunghissima dunque, mai interrotta perché le proprietà che si sono succedute in epoca moderna hanno mantenuto con cura la vigna-giardino, seppure senza valorizzarla in una produzione originale ed identificabile.

Mancava un tassello dunque, Roberto Tanghetti e Maurizia Pasini lo hanno colmato dando vita alcuni anni orsono al “Progetto Medusa”, il vino Merlot di Badia Piccola.

  1. Medusa, opera d’arte su opera d’arte.

“La nuova vigna implementa quella preesistente, secondo un modello di vitivinicoltura rispettoso della storia e del territorio. Un rosso che vuole essere sintesi tra energia della natura ed ingegno dell’uomo, opera d’arte su opera d’arte.